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ASSISI 2015, UN MEETING "ALLA LUCE DEL SOLE"


Si è chiusa ieri pomeriggio l’edizione 2015 del meeting associativo di Assisi. “Vorrei ringraziare ciascuno degli oltre 500 dirigenti provenienti da tutta Italia che - alla luce del sole - hanno vissuto queste giornate straordinarie” ha scritto sulla sua pagina Facebook il Presidente Nazionale Massimo Achini, all’ultimo Assisi dei suoi 8 anni di mandato presidenziale. “Vorrei ringraziare tutti e ciascuno per l accoglienza al termine della mia ultima relazione, mi sono emozionato e non poco.

Quello del Csi é davvero un popolo straordinario . Quello che conta è che ciascuno sia tornato a casa rigenerato grazie alla spiritualità, alle amicizie, al dialogo, al confronto, al sentirsi a casa nel Csi. Ora ci aspettano altri 6 mesi impegnativi da affrontare con il coraggio di sempre”.

Oltre 500 i dirigenti dei Comitati Csi, tra i quali il nostro Presidente Carlo Isacchi, che hanno preso parte alla tre giorni del meeting, grande momento di incontro per tutta l’Associazione.

L’iniziativa ha avuto quest’anno un “taglio” particolare, con 10 tavoli di lavoro dedicati a una tematica di grande attualità, per fare del confronto e dello scambio di idee una ricchezza comune. Seguendo la naturale vocazione che impegna il Csi ad esplorare nuovi spazi per lo sport italiano, sono stati affrontati temi importanti e urgenti, tra i quali il sostegno alle società sportive e le opportunità dell’organizzazione territoriale, il rapporto del Csi con la Chiesa e la presenza nelle parrocchie, lo sport di oggi e di domani, l’attività sportiva giovanile. Ciascun coordinatore ha sintetizzato in tre tweet immediati i lavori del proprio gruppo, in attesa che vengano raccolti e pubblicati i materiali al completo.

Nella serata di sabato il popolo del Csi si è messo in cammino con S.Francesco, vivendo un intenso momento di spiritualità con il pellegrinaggio dalla Porziuncola in Santa Maria degli Angeli fino alla Basilica Superiore. Dove il Consulente Ecclesiastico Nazionale don Albertini ha concelebrato la S.Messa con Mons. Vittorio Peri, suo predecessore alla guida spirituale dell’Associazione. “Per me è una grande emozione celebrare dentro questa straordinaria basilica – ha detto don Alessio durante l’omelia - cui si aggiunge la bellezza della comunità che ho davanti. Dobbiamo renderci conto che il popolo del Csi che arriva da più parti d'Italia non è un agglomerato di tessere o di associati, ma un insieme di volti. Dietro ogni volto c'è una storia fatta di gioie, di conquiste e delusioni, rinunce e novità, di entusiasmo di tanti che aprono prospettive. Riconosco la bellezza di questo popolo”.

Mons. Peri ha aperto la giornata conclusiva invitando il Csi a “saper coniugare ogni giorno l’impegno che ci viene donato, di servizio e di promozione nel presente, ma senza dimenticare la prospettiva di ciò che ci aspetta, sintesi tra immanente e trascendente, tra ciò che passa e l'eterno. Un impegno non out - out, ma et - et come si addice ad un cristiano. Vivere nelle situazioni penultime con il cuore verso le situazioni ultime”.

E’ toccato quindi al Presidente Nazionale chiudere i lavori di questa 16esima edizione del Meeting.

“Vorrei condurre questo ultimo tratto di strada condurlo come si fa con gli amici in compagnia per un caffè. Vero, intenso, con l’aroma ed il profumo, e con quel retrogusto di quanto abbiamo gustato in questi anni. Per dirla sportivamente, in questa speciale ‘zona Cesarini’ la sensazione è di avere fatto gol con questo Assisi diverso “alla luce del sole”, non secondo a nessuno, così ricco di riflessione, confronto libero, amicizia, intensa e significativa. Qualche confidenza, in questo momento finale, vorrei farla partendo dall'essere consapevoli dei regali che abbiamo ricevuto. Il primo è quella passione educativa, genetica in ciascuno di noi del Csi. Come il colesterolo buono ti salva le arterie, quella passione ci regala pezzi di vita che non abbiamo nel cuore, ma sta nel nostro Dna. Il secondo regalo è lo sport, quello sport che ha fermato le guerre, con cui Nelson Mandela ha voluto combattere l'apartheid in Sudafrica. Ci hanno regalato ciascuno chissà per quali vie vi sia arrivato il Csi, un modo di vivere e combinare i primi due regali. Chi siamo noi per meritarci questo premio? Siamo consapevoli della grazia che ci è stata fatta? Hanno scelto noi. Ci sentiamo missionari del Vangelo. Inarrestabili, quando il Csi diventa comunità educante ovvero di altissimo livello come tensione educativa. Lo sport è fatto di talento. Se tu riesci a fare squadra, riesci a compensare mancanze di tipo atletico. Chi fa squadra, vince veramente. Più noi riusciremo ad essere comunità educante, più andremo avanti alla grande. E lo faremo meglio generando sempre più attività sportiva. Cresciamo ancora, proviamo a crescere ancora in attività sportiva per il desiderio di arrivare al cuore dei ragazzi”

Ed ecco poi tutto l’orgoglio del presidente Achini. “Con le nuove normative fatte dal Coni, di legalità e trasparenza possiamo dire, che nella rendicontazione di ciò che è il principio generativo per il Csi , ovvero in fatto di attività sportiva, carta vincente, siamo oggi risultati il primo ente di promozione italiano. Siamo perciò chiamati in questo contesto ad abbracciare e prendere per mano lo sport italiano.

Un’ ultima riflessione che faccio – prosegue il numero uno nazionale - è sull’auspicio che il Csi possa offrire una scuola di formazione permanente in futuro. Che ci permetta di accompagnare e sostenere le persone. Un Csi che trovi sempre terze vie, nello sport, nella chiesa, nel contesto. Una cosa sul futuro: la chiave di volta saranno le persone che si siederanno per terra per un servizio umile. Non dimentichiamo che il vero potere è il servizio, umile, con una raccomandazione materna, dolce e il Papa ci dice di esercitarlo con la forza della tenerezza, espressione dell'amore. Mai avere timore della bontà e della tenerezza”.

 

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